Vorrei.

Vorrei danzare sulle alte colline, dove tu mi aspettavi ogni mattino, con la pelle rischiarata dalla tenue luce dell’alba che giungeva incuriosita, solo per vedere il mio sorriso e lo sfavillio dei tuoi occhi, dopo avermi veduta. Vorrei di nuovo aprire le braccia e, immaginar di volare come fossi un uccello, con te accanto. Le mie mani sulle tue; riesco a sentirne il tocco. Il tuo odore fa pensare al muschio e alla pioggia che cade in estate e porta sollievo, proprio come tu fai con me. Spieghi le tue ali come un gabbiano; mi avvolgi con il tuo calore ed io ti stringo, per paura che tu svanisca come un effimero sogno, che ti perda fra le alture della notte, la quale a volte mi è cara, altre nemica. Giaci con me su un manto di porpora lavanda; premi le tue labbra sulle mie, mentre la brezza estiva ti scompiglia delicatamente i capelli. Sono inerte sotto al tuo corpo, incapace di sfuggirti e mai vorrei farlo. Mai vorrei lasciarti andare; nè vorrei più dissiparmi come una driade fra i suoi alberi secolari, nè tu dovresti sprofondare fra gli abissi di un mare in tempesta, come fossi un tritone dalla vivida coda. Tienimi stretta a te, fino a quando i fiori non avvizziranno e le mie guance saranno contornate da ciocche argentee, e ci ricongiungeremo alla terra, volteggeremo nel vento e fluttueremo nell’acqua.

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